SALIS CHOC: ‘PIANTEDOSI IN UN CENTRO LIBICO!’ – Nessuno aveva mai osato tanto

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**SALIS CHOC: ‘PIANTEDOSI IN UN CENTRO LIBICO!’ – Nessuno aveva mai osato tanto**

In un’affermazione che ha scosso le fondamenta della politica italiana, Ilaria Salis, candidata alle europee e attivista, ha lanciato un appello provocatorio: “Immaginate Matteo Piantedosi in un centro libico per qualche mese.” Le sue parole, pronunciate con una forza che ha riecheggiato in tutto il paese, non sono solo una provocazione, ma un grido di verità che mette in luce le atrocità che avvengono nei centri di detenzione libici, finanziati dall’Italia.

Salis, che ha vissuto l’umiliazione della detenzione e della repressione, ha sfidato il ministro dell’Interno, accusandolo di ignorare le sofferenze di chi è costretto a vivere in condizioni disumane. “Tu, Piantedosi, non hai idea di cosa significa essere ridotto a un numero, a un corpo tra altri corpi,” ha dichiarato, evidenziando l’ipocrisia di chi decide le politiche migratorie da dietro una scrivania.

La reazione del potere è stata immediata e furiosa. Piantedosi, piuttosto che affrontare le denunce di torture e violenze, si è indignato per le parole di Salis, rivelando un paradosso inquietante: chi perpetua il male si scandalizza di chi lo denuncia. Mentre il ministro continua a promuovere un’agenda di respingimenti e chiusura dei porti, migliaia di migranti soffrono in silenzio, invisibili agli occhi di chi detiene il potere.

Salis ha sollevato una questione cruciale: cosa accadrebbe se chi decide sulle vite altrui fosse costretto a vivere le conseguenze delle proprie scelte? La sua provocazione non è solo un atto di ribellione, ma un invito a riflettere su una realtà insopportabile. L’Italia è complice di crimini contro l’umanità, e il silenzio collettivo non fa che alimentare questa vergogna. La domanda è chiara: chi è davvero fuori luogo in questa storia? La risposta è nelle azioni di chi, come Piantedosi, decide il destino di migliaia di vite senza mai vederne il dolore.