Una tragedia si trasforma in ingiustizia: è questo il destino dei tre cuccioli d’orsa rimasti orfani dopo l’attacco mortale a un uomo in Romania. L’evento, avvenuto lungo la celebre Transfagarasan, ha scosso il mondo, ma la risposta delle autorità è stata ancor più scioccante. Dopo che l’orsa ha difeso i suoi piccoli, attaccando un fotografo che si era avvicinato troppo, l’animale è stato abbattuto, nonostante la legge rumena vieti esplicitamente l’uccisione di un’orsa con cuccioli.
Il corpo dell’uomo è stato ritrovato a pochi metri dalla strada, ma la vera tragedia è quella che si è consumata dopo. I tre cuccioli, spaventati e soli, sono stati lasciati a vagare dietro i cespugli, in attesa di una madre che non tornerà mai. Nonostante la presenza di volontari pronti a intervenire, la burocrazia ha bloccato ogni tentativo di salvataggio. Documenti da firmare, autorizzazioni da ottenere: mentre i cuccioli si indebolivano, nessuna azione è stata intrapresa.
Oggi, il silenzio regna intorno a quel luogo tragico. I cuccioli sono scomparsi, e il destino che li attende è avvolto nel mistero: chi li ha visti teme il peggio. La natura, un ecosistema fragile, ha subito un colpo devastante. La perdita di una madre e dei suoi piccoli non è solo una tragedia per gli orsi, ma un monito per l’umanità, un richiamo alla responsabilità e alla consapevolezza.
La stampa ha smesso di occuparsi della vicenda, e le istituzioni si nascondono dietro un velo di indifferenza. Ma chi ha assistito a questa ingiustizia non può dimenticare. La storia di quei cuccioli è una storia umana, un appello a non chiudere gli occhi di fronte a ciò che accade nella natura. È tempo di agire, di ricordare che ogni vita conta e che la responsabilità di proteggere il nostro mondo è di tutti noi.